PERCHE'
SOTTOPORSI ALLA COLPOSCOPIA ?
Le
indicazioni all'esame colposcopico sono diverse:
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Pap test
anomalo
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Guida
visiva per effettuare prelievi bioptici (biopsie
mirate) e terapie (fisiche mirate) in pazienti con
anomalie al pap test (localizzazione di lesioni non
svelate durante l'esame clinico) |
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Guida
all'approccio diagnostico-terapeutico nelle pazienti con
CIN
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Accertamento diagnostico in pazienti sintomatiche o
asintomatiche, quale completamento dell'esame
ginecologico che ha indicato un sospetto clinico di
lesioni su portio, vagina e vulva |
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Diagnostica
ed eventuale terapia mirata delle malattie virali
( condilomi ) e sessualmente trasmesse |
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Controllo
nel tempo delle terapie fisiche e mediche delle vie
genitali inferiori |
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Monitorizzazione delle pazienti a rischio |
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Controllo
delle alterazioni citologiche in gravidanza |
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Perdite
ematiche postcoitali |
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Valutazione
di lesioni conseguenti ad abusi sessuali |
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Controllo
di pazienti con anamnesi di esposizione ad DES |
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Immunodepressione da patologie o farmaci |
QUANDO
SOTTOPORSI ALLA COLPOSCOPIA?
La colposcopia si effettua al di fuori del ciclo mestruale,
meglio se a metà ciclo. Nella donna in menopausa può essere
eseguita in qualsiasi momento.
TECNICA
COLPOSCOPICA
Il colposcopio è un microscopio che visualizza cute e mucose con
ingrandimenti da 5X a 40X illuminandole con un fascio luminoso.
Il raggio di luce incidente penetra nella cute e, meglio nelle
mucose e viene in parte assorbito ed in parte riflesso.
L'assorbimento luminoso dipende dalle caratteristiche del
tessuto biologico in esame ed in particolare dalla sua densità
ottica. L'immagine che si osserverà al colposcopio sarà il
risultato della capacità del tessuto di assorbire e riflettere
il raggio luminoso. Per meglio visualizzare la componente
vascolare si utilizzano dei filtri colorati (verde o blu),
mentre l'acido acetico al 5% e la soluzione di Lugol
evidenziano al meglio le lesioni epiteliali. La densità ottica
del tessuto dipende da i suoi componenti in senso quantitativo e
qualitativo (cellularità, nuclearità, proteine, collagene,
vascolarità ecc.). Si osserveranno così una grande varietà di
immagini in rapporto alla composizione dell'epitelio. Il
colposcopista, in relazione alla loro morfologia, dinamicità,
ananmesi, esperienza ne valuterà l'importanza correlandola ad un
corrispettivo esame istologico ed ad una patologia. La
istologia, che comunque non può essere sostituita dalla
colposcopia, evidenzierà in maniera diretta le anomalie
tissutali confermando o meno e raffinando la diagnosi
colposcopica. L'esame istologico, ove necessario, consiste
nell'esame di un piccolo campione di tessuto prelevato sotto
guida colposcopica (biopsia mirata) nelle aree osservate più
significative.
La
cervice uterina viene stilizzata come un quadrante di orologio e
divisa in quattro quadranti per meglio descrivere la
localizzazione ed estensione delle lesioni cervicali che si
osservano durante l'esame colposcopico.
MORFOLOGIA
DELLE LESIONI
COLPOSCOPICHE PIU' COMUNI
Le lesioni
colposcopiche, come sopra esposto, originano dalla diversa
densità ottica della mucosa esaminata. Le
immagini patologiche più comuni sono date da epitelio bianco, mosaico,
puntato, vasi atipici, sbocchi ispessiti. La osservazione colposcopica viene effettuata dapprima
osservando direttamente la mucosa e detergendola con soluzione
fisiologica. Tale atto è propedeutico per la osservazione dei
vasi sanguigni con il filtro verde; infatti il vaso rosso si
evidenzia meglio se osservato con un fascio di luce verde.
Questa è la corretta visualizzazione vascolare. In questa fase
potremo osservare lesioni colposcopiche come la cheratosi,
sottile o spessa, leucoplasiforme, la superficie micropapillare
non acidofila che si evidenziano senza
l'ausilio dell''acido acetico. La cheratosi è generata da una
cheratinizzazione della mucosa, in una mucosa dove lo strato
cheratinico è normalmente assente. Questo è dovuto ad un difetto
maturativo epiteliale che può essere reattivo a stimoli
irritativi o conseguente a terapie fisiche o ad un difetto maturativo
indotto dall'HPV (Human Papillomavirus). Molto
spesso sotto tali aree cheratosiche amovibili potremmo osservare
quelle che erano descritte da Hinselman come le
immagini di base , oggi riviste nella
loro definizione. Il tempo
successivo prevede l'utilizzo della soluzione di acido acetico
al 5%. Questo tempo evidenzierà lesioni colposcopiche come
l'epitelio bianco,il mosaico, il puntato ed anche gli sbocchi
ghiandolari. Dopo l'applicazione di acido acetico si valuterà in
quanto la lesione colposcopica compare ed in quanto tempo
scompare, la morfologia ed estensione. L'acido acetico
evidenzierà la sensibilità alla vasocostrizione da esso indotta
(ecco perchè i vasi vanno osservati prima dell'utilizzo
dell'acido acetico). Il tempo successivo prevede l'utilizzo
della
soluzione iodoiodurata di Lugol o test di Schiller. Questo è
un tempo a mio avviso irrinunciabile poiché, anche se non dotato
di alta specificità, potrà svelare lesioni colposcopiche non
evidenziabili in altro modo, meglio identificandone la
morfologia e la estensione. Della colorazione di Lugol se ne
valuterà la intensità, la omogeneità ed anche l'assorbimento e
la sua eliminazione. Quest'ultimo particolare dipenderà dalla
vascolarizzazione.
VISUALIZZA ALCUNI
QUADRI COLPOSCOPICI (area tecnica sconsigliata ai non addetti):
CHERATOSI
EPITELIO
BIANCO
MOSAICO
PUNTATO
HPV
QUADRI VARI
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